La tempesta infuria. Là fuori. Impetuosa, potente, inarrestabile, libera.
Ma non mi ferisce, è la fuori.
La sento solo.
La sento appena.
Un vento isterico, paranoico e sfrenato.
Un vento infantile, vuole giocare e mettere disordine.
Gli alberi sussultano ma si lasciano spingere e scuotere come maracas.
Tra ogni elemento della natura c’è un accordo.
E le fronde degli alberi, tutto sommato, sentono solletico.
Urla.
Urla, s’infuria.
Hahahhaha sì!
Libertà.
È una scossa forte che mi si struscia sulla pelle.
E la pioggia bussa alla finestra.
Tictictictictic
Suona, forse suona per me.
Ascolta, addormentati, va tutto bene.
Tictictictic
Okay, okay. Ma non ho sonno.
Ascolta allora.
Okay.
Il vento si riposa e prende respiro, la tempesta si sdraia su qualche sogno di passaggio incagliato nelle nuvole e attende.
Aspetta.
Aspetta.
Sussulta, come pervasa da un inatteso piacere.
Aspetta.
Ringhia.
Lo sente il profumo, portato dall’aria:
libertà.
Buonanotte, gioie.
Camilla