Eccolo qui. Un altro quando sfangato e consumato dal tempo. Una tappa bruciata. Una tappa che da lontano era solo uno sbuffo di polvere all’orizzonte e si poteva forse fantasticare su cosa fosse. Ora quella fantasia l’ho vissuta. Diciassette anni, oramai si è grandi, non si hanno più alibi o nascondigli. E’ un’età così agognata ed immaginata che viverci dentro non sembra mai del tutto reale, si ha come la sensazione che possa trattarsi di un misterioso spettacolo, di un ambiguo e vacuo scenario di un’ipotetica vita. E invece no. E’ tutto reale, è tutto tangibile, la teoria diventa pratica, le parole assumono forma e prendono suoni, l’idea diventa corpo, il sogno possibilità, il desiderio emozione. E’ come d’un tratto tuffarsi e rimanere immersi, sott’acqua, in mezzo ai pesci, con un velo cristallino a separarci dal cielo, tanto più leggero, dal quale si guardava il mare con paura e curiosità. Ed improvvisamente si è lì, circondati da quella strana sostanza morbida e pesante, e tangibile, che spinge contro ogni centimetro di pelle del nostro corpo e ci fa rendere conto di esistere, eppure abbiamo paura che sia un sogno perché la sensazione dell’esistenza non ci aveva mai sfiorato prima.
Camilla