Non capisco l’odio. È solo un modo di vestire meglio la rabbia. E la rabbia è un capriccio.
Non capisco la scortesia.
Non capisco la maleducazione.
Non capisco la cattiveria.
Non capisco le persone che perdono tempo ad essere sgradevoli e odiose. Che prediligono una risposta cattiva, un commento maligno, un’acida osservazione al silenzio o ad un giudizio obiettivo, una parola buona.
Non lo capisco. Giuro, non lo comprendo. Non comprendo come si possa desiderare di spendere la vita con emozioni negative ed atteggiamenti ostili per il semplice fatto che ci si sente facilmente irritabili. Cosa significa? Sarete mai stati felici, no? Quanto è bella la felicità in confronto all’odio! Vi avranno mai fatto una gentilezza, rivolto una parola cortese?! Saprete quanto più è gradevole rispetto ad una manifestazione di scontrosità.
A me piace l’anziano barista che mi chiede se voglio lo zucchero anche se potrei benissimo prendermelo da sola perché è accanto a me sul bancone. A me piace quando faccio passare i papà con i loro bimbi in bicicletta e mi ringraziano sorridendo e dicono “visto? La signorina ci fa passare”. A me piace quando rischio di scontrarmi con qualcuno voltato l’angolo ed entrambi ridiamo del mancato incidente, scusandoci. A me piace quando le signore mi sorridono, così senza motivo, perché io sorrido a loro. Mi piace quando faccio ridere le persone e mi piace quando faccio un favore a qualcuno o, chiacchierando, gli rendo migliore la giornata.
Perché a me basta poco per sentirmi più felice, mi basta vedere la gentilezza gratuita. Ed ecco penso, io e quell’anziana signora che mi ha sorriso abbiamo avuto un momento di felicità, di gratificante gioia, tu invece che sei lì ad insultare quelli che ti sorpassano in macchina, com’è che stai?
Camilla