Il ritorno da una bella vacanza è categoricamente fuori dalla lista dei piacevoli automatismi. Già di suo non ne farebbe parte, addizionandovi il fatto di tornare e dover recuperare appunti su appunti, verifiche, moduli, fogli, cartacce, rischiare di distruggere relazioni e dover andare in palestra io direi che non è di grande aiuto.
In particolar modo sto notando la mia incapacità psicologica di reggere lo stress e l’accumulo di cose da fare. La mia testa costruisce schemi su schemi di idee, progetti, doveri, compiti, commissioni e la mia ansia se ne ciba come se fossero un calzone ripieno alla nutella. La botta emotiva che ha accompagnato il rientro, dovuta ad un eventualità molto ma molto eventuale di perdere una delle persone a me più care non è stata di certo un toccasana per i miei nervi.
Ed ora sono spaesata. Perché è come quando rischi di cadere in un burrone e ti salvano. Ti serve un po’ per realizzare di non essere morto per un pelo. O forse sono io che drammatizzo. Ma di fatto non credo di aver mai provato una simile paura.
Camilla