Com’è giusto che sia è meglio mettere in guardia voi future matricole di Fisica che come me ne capite poco, dei lati negativi, degli stati emotivi che magari attraverserete e potranno abbattervi, insinuarvi quella paura terribile e costante di non essere all’altezza.
Julie nel film Julie & Julia li definiva “meltdown”. Beh, io ne ho parecchi, nonostante un miracoloso miglioramento del mio umore nell’ultima settimana so che c’è sempre il momento di sconforto dietro l’angolo pronto ad assalirmi. Nel mio caso specifico tende a trasformarsi in cupa disperazione ma questo è un altro discorso.
Il problema dove sta? Sta nel fatto che io la guardo questa lavagna stracolma di concetti algebrici e non so che cosa stia succedendo. Sono lontana dal non capirlo, non so proprio cosa sia. Da un certo momento in poi non mi sforzo nemmeno più di trovare un senso. Non ho capito le cose prima, né quelle prima, né quelle prima ancora. Ho smesso di seguire prefissandomi di studiare da sola a casa e non ho avuto il coraggio di aprire libro o dispense. Ho il terrore. Non voglio leggere quelle prime due righe e sentirmi stupida, e prendere consapevolezza del fatto che dopo ce ne sono altre duemila di righe e per ognuna ci sarà un meltdown fottuto. Bisogna fare i conti anche con questo aspetto purtroppo. Che sei sempre indietro, non sei mai abbastanza, e non lo sarai mai ma nemmeno i migliori scienziati lo sono. Eppure loro impegno e passione ce le hanno messe. Io sarò capace di mettercele?
Camilla