Il bello della scienza è l’ampiezza di visione che ti concede. È sia il bello che il brutto. È quella sensazione di mal di stomaco che ti viene mentre studi e ti rendi conto di quante cose ancora devi sapere, di quanto è vasta la conoscenza che puoi acquisire e che ancora devi acquisire, di quante cose che ci sono da sapere. È quella sensazione di non arrivare mai. Ed è proprio per questo, io credo, che si sceglie di intraprendere un percorso scientifico, un percorso incentrato sulla ricerca, perché esattamente come si è schiacciati dal non giungere mai ad un punto, dal non sapere mai abbastanza, si è spinti e stimolati ad andare sempre oltre, a cercare sempre di più. Il “quante cose ci sono da sapere” diventa un “quante cose ci sono da scoprire”.
Comprendere il mondo ci permette di comprendere noi stessi, e forse l’uomo studia le stelle per non sentirsi sulle spalle il peso dell’esistenza, ma piuttosto per rendersi conto di far parte di qualcosa di immenso, preciso, casuale e bellissimo.
Questa secondo me è la scienza. Cerchiamo noi stessi andando sempre più lontano, a scovare la meraviglia dell’inimmaginabile.
Camilla